Fantuzzi Nestore Paolo

 

SOA, EAI e BPM: Introduzione alle service oriented architecture

 

Dalle tecnologie di cooperazione tra applicazioni alla tecnologia dei servizi distribuiti; panoramica e direttive per uno sviluppo sostenibile delle soluzioni informatiche in scenari complessi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Abstract

 

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1. Introduzione. 9

1.1 Contenuti 12

1.2 Un richiamo storico alle problematiche di Workflow management 14

1.2.1 Le motivazioni e l’attualità_ 15

1.2.2 I Workflow Management Systems (WfMS) 16

1.3 WfMS, analisi e modelli di riferimento. 27

1.3.1 Uno schema di analisi del Workflow Management Systems 27

1.3.2 Embedded ed Autonoumus Workflow engine_ 29

1.3.3 Il Workflow reference model (WRM) 30

2. Enterprise Application Integration; integrare e riutilizzare le risorse aziendali 39

2.1 L’integrazione tra gli assets aziendali evolve. 41

2.1.1 Le tecnologie adottate per integrare_ 42

2.1.2 Data level; pure data integration_ 46

2.1.3 Application level; message integration_ 47

SOAP ed i Web services_ 49

2.1.4 Process level; Process integration_ 51

2.1.5 Service level; Service Oriented Integration_ 53

2.2 Lo scenario delle soluzioni di EAI 55

2.2.1 Integrazione semplice_ 55

2.2.2 Integrazione complessa_ 57

2.2.3 Integrazione totale_ 58

2.2.4 Evoluzione delle tecnologie e degli standard d’integrazione_ 59

2.2.5 L’architettura di una soluzione di EAI 60

2.3 L’integrazione e l’astrazione. 63

2.4 La governance dell’integrazione?. 70

2.4.1 L’integrazione è un ciclo aziendale_ 70

2.4.2 Conclusioni 72

3 L’automazione e l’attenzione alle performances generano le piattaforme di Business Process Management 74

3.1 L’automazione, l’astrazione ed i processi 74

3.1.1 L’automazione; da tecnologia di produzione a leva di governo aziendale_ 76

3.3 Dal Workflow al Business Process Management 78

3.3.1 Le evoluzioni del mercato_ 80

Fase 1: Separazioni logiche dai sistemi 81

Fase 2: Orchestrazione_ 82

Fase 3: Continuous Process Improvement (CPI) 82

3.4 Lo scenario delle soluzioni BPM.. 85

3.4.1 Il processo come “cervello” dell’integrazione_ 85

3.4.2 Processi “end-to-end” 89

3.4.3 L’orchestratore_ 93

3.5 La governance dei processi?. 95

4 Le congiunture tecnologiche e l’opportunità di un’unica piattaforma  97

4.1 Lo sviluppo delle infrastrutture. 97

4.2 La congiuntura data dall’evoluzione dei mercati 97

4.3 La definizione di standard universalmente riconosciuti ed adottati 98

4.4 Altre causali per un’unica piattaforma. 100

4.5 Le soluzioni di EAI/BPM.. 102

4.5.1 Gli elementi della tecnologia_ 102

4.5.2 L’evoluzione delle piattaforme di mercato_ 106

4.5.3 Gli Integration Backbone Software vendor 109

6 Le soluzioni SOA.. 110

6.1 L’origine della tecnologia. 114

6.1.1 Dai Web services alle SOA_ 114

Web engineering_ 115

Web services_ 116

Web services ed applicazioni distribuite_ 121

Web services e SOA_ 125

Le tre stagioni dei Web service in azienda_ 128

Le SOA_ 131

6.1.2 Cosa è una Service Oriented Architecture_ 132

6.1.2 SOA ed i sistemi informativi; il caos e l’inerzia_ 139

6.1.2.1 Caos; il pericolo dei Silos orizzontali 142

6.1.2.2 Caos; scalabilità e volumi 144

6.1.2.3 La necessità di un pensiero strategico_ 145

6.1.2.4 Inerzia; rischi vs benefici 147

6.1.3 Evoluzione delle tecnologie e degli standard di cooperazione; le Composite Applications  148

L’evoluzione del Web engineering_ 148

Perché le composite applications_ 149

Come realizzare una composite application_ 151

Le infrastrutture di una composite application_ 153

6.2 L’architettura di una soluzione. 154

6.2.2 Lo sviluppo di applicativi; dalle OOA alle SOA_ 154

6.2.2.1 MOM, CORBA ed i fallimenti delle composite application OOA_ 154

6.2.2.2 Perché SOA può riuscire?_ 157

6.2.2.3 OOA e SOA; una scelta. 161

6.2.3 L’integrazione; dagli adapter all’incapsulamento_ 166

6.2.4 Strutturare una soluzione SOA_ 169

6.2.4.1 Consolidare i Data Services per incrementare la scalabilità e supportare migliori performances  172

6.2.4.2 La affidabilità e la disponibilità sono compromesse nei processi complessi 173

6.2.4.3 La soluzioni SOA differiscono dalle tradizionali applicazioni user-centric_ 173

6.2.5 Affidabilità e disponibilità dei dati in una soluzione SOA_ 174

6.2.5.1 Eliminare i Single Points of Failure (SPOF) 175

6.2.5.2 Un partizionamento statico non incrementa la disponibilità dei dati 175

6.2.5.3 Il clustered caching assicura affidabilità e disponibilità_ 177

6.2.5.4 Gestire lo stato attraverso la virtualizzazione. 180

6.2.5.5 Una partizione trasparente dei dati raggiunge la continua disponibilità ed affidabilità. 180

6.2.5.6 Una partizione trasparente permette il distribuited computing_ 181

6.2.5.7 Fail-over e fail-back_ 182

6.2.5.8 Isolamento dal fallimento di altri servizi 182

6.2.6 Le performance scalabili sono vitali per le soluzioni SOA_ 182

6.2.6.1 Enormi carichi minano la scalabilità_ 182

6.2.6.2 Gestire ampi volumi di transazioni senza compromessi 183

6.2.6.3 Sviluppare flessibilità tramite il Data Grid_ 183

6.2.6.4 I web services richiedono performance scalabili 184

6.2.7 Spiegare l’architettura ai business-man_ 184

6.3 Le infrastrutture. 191

6.3.1 Le piattaforme Enterprise Service Bus (ESB) 191

6.3.1.1 Le piattaforme e le specifiche WS-I 196

6.3.2 Lo sviluppo delle applicazioni 196

6.3.2.1 Conoscere per decidere: il modello del SI aziendale_ 196

6.3.2.2 Un Maturity Model per valutare la predisposizione a SOA_ 197

6.3.2.3 MM Level 1 – Chaotic_ 201

6.3.2.4 MM Level 2 – Reactive_ 203

6.3.2.5 MM Level 3 – Proactive_ 205

6.3.2.6 MM Level 4 – Service_ 207

6.3.2.7 MM Level 5 – Value_ 210

6.3.2.8 Costruire un ambiente SOA piuttosto che “una” soluzione_ 212

6.3.2.4 La convivenza architetturale OOA e SOA_ 217

6.3.2.5 Le problematiche applicative_ 218

6.4 Lo stato dell’arte, le organizzazioni, gli standard e le “best practices  222

6.4.1 OASIS; Web Services reference model 222

6.4.1 I protocolli per realizzare una composite application_ 222

ASAP: Asynchronous Service Access Protocol 232

WS-Security 234

6.4.2 WS-Coordinator e lo stack dei protocolli (IBM e Microsoft) 235

6.4.2.1 Qualità of service layer 235

6.4.2.2 Collaboration layer 235

6.4.2 WS-CAF e lo stack dei protocolli (Oracle,SUN,IONA) 237

6.4.3 WS-I; Web Services Interoperability 242

6.4.3.1 La prima generazione di WS e l’interoperabilità_ 242

6.4.3.2 L’organizzazione WS-I 244

6.4.3.3 Le specifiche WS-I 247

WS-I BP (Basic Profile) 248

WS-I SSBP (Simple SOAP Binding Profile) 250

WS-I AP (Attachments Profile) 250

WS-I BSP (Basic Security Profile) 252

WS-I RSP (Reliable Secure Profile) 253

6.4.3.4 Le tendenze_ 255

6.4.3.5 Assenze ingiustificate_ 255

6.6 Gli ISV e le piattaforme ESB.. 257

6.6.1 BPM vs ESB, il confronto tra due tipologie di piattaforme_ 257

6.6.2 Dall’orchestrazione alla coreografia_ 257

6.7 La governance dei processi e SOA. 258

6.7.1 I progetti SOA falliscono! 258

6.7.2 Il ciclo di vita delle iniziative SOA_ 261

6.7.2.1 La fase di disegno_ 261

6.7.2.2 La fase di implementazione_ 262

6.7.2.3 La fase di distribuzione_ 262

6.7.2.4 La fase di gestione operativa_ 263

6.7.3 La governance_ 264

6.7.3.1 IT governance_ 264

6.7.3.2 IT e SOA governance_ 266

6.7.4 La governance SOA_ 268

6.7.4.1 Le costituenti 268

6.7.4.2 I benefici 268

Benefici organizzativi 268

Benefici strategici – il cambiamento_ 268

6.7.5 Progettare una SOA Governance_ 268

6.7.5.1 Il ciclo di vita della SOA Governance_ 269

6.7.5.2 Il dimensionamento_ 269

6.8 La domanda e le iniziative SOA. 270

6.8.1 I business drivers che guidano l’adozione delle SOA_ 270

6.8.1.1 I drivers sul breve periodo – i processi “stabili” e “dinamici” 270

6.8.1.2 I drivers sul lungo periodo – i “Composite process 272

6.8.2 Gli impatti sulle infrastrutture e la Governance IT_ 274

7 Perché monitorare e governare i processi 279

7.1 Quali seccature?. 279

7.2 I processi e la catena del valore dell’azienda. 279

7.2.2 La catena del valore di Porter 279

7.2.3 Value chain e differenziazione competitiva_ 281

7.2.4 Cenni alla pianificazione direzionale secondo Porter 285

7.2.5 La gestione del rischio ed i processi 287

8 I vantaggi di uno sviluppo IT focalizzato sui processi 288

8.1 Ottimizzare l’impiego degli assets esistenti ed accrescerne il rendimento puntuale  288

8.1.1 Il Ciclo dei servizi IT_ 288

8.1.1.1 Il framework ITIL_ 288

8.1.1.2 Le piattforme EAI/BPM ed il “Ciclo dei servizi IT” 291

8.1.2 Ottimizzazione assets esistenti 291

8.1.3 Incrementare i rendimenti, utilizzare i sistemi esistenti come “unità di processo” 293

8.1.4 Orchestrazione e riutilizzo_ 294

8.1.4.1 Esempio CRM_ 294

8.1.4.2 Esempio e riutilizzo asset esistenti 300

8.1.4.3 Disegno architetturale e reingegnerizzazione dei cicli aziendali 301

Gestione del rischio e TCO più attendibili 301

Rendimento impiego risorse umane_ 302

8.2 Diminuzione costi di manutenzione infrastrutture IT.. 303

8.2.1 La manutenzione ordinaria_ 303

8.2.1.1 Diminuzione costi di manutenzione dei sistemi 303

8.2.1.2 Miglioramento processo di manutenzione, accrescimento del valore. 305

8.2.1.3 La manutenzione straordinaria_ 306

Accorpamenti 306

Partnership_ 307

Esternalizzazioni 308

8.3 Crescita e sviluppo delle risorse umane. 310

8.3.1 Aumentata conoscenza_ 310

8.3.2 Comprensione dei processi altrui 311

8.3.3 Migliore impiego delle persone_ 312

8.3.4 Più efficiente ed efficace gestione delle criticità_ 312

8.3.5 Flessibilità di processo_ 314

8.3.6 Monitoraggio e riconoscimento_ 315

8.4 Evoluzione dei sistemi di controllo nelle aziende. 316

8.5 Qualità e performance dei cicli 317

8.5.1 Paperless Process Management 317

8.5.2 Individuare il modello attendibile del ciclo_ 319

8.5.2.1 La conoscenza di processo_ 319

8.5.2.2 Economicità della conoscenza di processo_ 322

8.5.3 Le tempistiche coinvolte_ 324

8.5.3.1 Migliori tempi di realizzazione/implementazione delle iniziative di miglioramento_ 324

8.5.3.2 Migliori tempistiche di servizio offerte agli altri cicli aziendali 325

8.5.3.3 Migliori tempistiche di controllo_ 325

Business activity monitoring_ 326

Raccolta dati 326

I processi “agenti” 326

8.5.4 La misura_ 327

8.5.5 La vision indotta, presidiare la crescita del valore_ 328

8.5.5.1 Prontezza tecnologica e cultura_ 329

8.5.5.2 Ricerca della soluzione a maggior valore_ 329

8.5.6 La gestione del GAP tra requisiti di business e risposte tecnologiche_ 330

8.5.6.1 I picchi tecnologici 330

8.6 Il “Ciclo dei dati” e la realizzazione di meccanismi di “Change data Capture”  333

8.6.1 Il “Ciclo dei dati” 333

8.6.2 Le piattaforme di EAI/BPM ed il “Ciclo dei dati” 334

8.7 L’equilibrio delle costituenti il “sistema azienda”. 335

8.7.1 La modifica dei cicli e l’equilibrio_ 335

8.7.2 La simulabilità_ 336

8.7.3 Politiche di passaggio in produzione con rischi ridotti 337

8.7.3.1 Esempio di “piano di attivazione” 337

8.8 Adeguamenti normativi 339

8.8.1 Cenni alla declinazione informatica del Sarbanex Oxley Act (SOX), impatti sul “ciclo di contabilità”e sul “ciclo finanziario” 339

8.8.1.1 Il coinvolgimento delle organizzazioni IT_ 339

8.8.1.2 Le organizzazioni IT rientreranno nelle audit previste dal SOX – il ciclo di contabilità ed il ciclo finanziario  340

8.8.1.3 Sezione 404 – Controlli generali dell'IT ed auditor 340

8.8.1.4 EAI e Sarbanes-Oxley Compliance, le best practices sono legge_ 341

8.8.1.5 Preparazione all'audit 342

8.8.1.6 Il vantaggio di controlli basati sui sistemi 343

8.8.2 IAS, IFRS e “ciclo di contabilità” 343

8.8.2.1 Impatto sulle procedure e sui sistemi 344

8.8.2.2 Impatto sull’operatività_ 344

8.8.3 Basilea II e rating_ 344

8.8.3.1 I tre pilastri di Basilea II 345

8.8.4 Norme ISO, la qualità del “ciclo di trasformazione” 346

8.8.5 Conclusioni 346

8.9 Partnership e collaborazioni più efficaci ed efficienti 348

8.9.1 La efficacia e la efficienza_ 350

8.9.2 Gli standard operativi 351

8.10 Gestione della conoscenza, coltivare il sapere per supportare la creazione di valore  353

8.10.1 La conoscenza operativa_ 354

8.10.2 La conoscenza ed i dati 354

8.10.2.1 La raggiungibilità_ 355

8.10.2.2 La elaborazione dei dati 356

8.11 Server consolidation. 359

8.11.1 Contenuti e la domanda IT_ 359

8.11.2 Caratteristiche_ 362

8.11.3 Features tecnologiche_ 363

10 Riferimenti 364

10.1 Link a siti 364

10.2 Bibliografia. 364

10.3 Glossario. 365


1. Introduzione

 

L’evoluzione tecnologica sta introducendo rivoluzionarie soluzioni volte a superare problematiche che sino a pochi anni fa sembravano costose e non sostenibili; un nuovo disegno architetturale pare risolvere le innate esigenze di cooperazione ed integrabilità che assillano i direttori preposti al governo dei sistemi informativi e promette di coniugare la naturale prudenza con cui vengono implementate le diverse iniziative di miglioramento (necessarie per perseguire le evoluzioni dei business aziendale) col perseguimento di direttive di sviluppo qualitativo del sistema (richieste oramai provenienti anche dal legislatore).

Inoltre le discipline e le best practices direzionali focalizzano la loro attenzione su un concetto “anziano”, il processo, rimasto sino ad ora ai confini dell’integrazione estesa (“End-to-end”) attraverso i diversi sistemi informativi; la densità informativa che caratterizza i servizi offerti da certe realtà (pubblica amministrazione, banche, assicurazioni, sanità, trasporti…) trae innegabili economie e raggiunge evidenti performance quando il processo viene integrato lungo tutti i sistemi informativi aziendali.

Il senior management sarà maggiormente coinvolto dalla pragmatica implementazione del processo desiderato, entrando finalmente nel comitato di pianificazione e sviluppo che assieme alla direzione dei sistemi informativi implementerà soluzioni in grado, a tutti gli effetti, di rendere cooperante la direzione aziendale con la “casta” poco trasparente degli addetti alle tecnologie.

Alcune tecnologie supportano meglio di altre la realizzazione di tali aspettative ed il loro impiego raggiunge una parte degli obbiettivi per le quali vengono scelte. Alcune di queste sono già presenti in azienda ed il riutilizzo di questi assets informatici è preziosa strategia di risparmio.

L’affermarsi dei più moderni aspetti del sistema informativo direzionale, come lo sviluppo di sistemi per il Corporate Performance Management (CPM) o l’Enterprise-wide Risk Management, può trarre notevole flessibilità ed economia di possesso/gestione dall’adozione di nuove opportunità tecnologiche,  “process oriented”fornite, ad esempio, dalle piattaforme di Business Process Management (EAI/BPM, basate su di un “orchestratore” di componenti applicativi elementari) o dalle recenti piattaforme di Enterprise Service Bus (ESB, basate su di una “coreografia” di servizi applicativi elementari).

Nella nuova arena di competizione le evoluzioni del mercato danno luogo ad una “nuova” domanda di strumenti, di meccanismi, di sistemi e metodologie. Il Senior management e l’Executive management operano in un contesto di mercato che è genericamente mutato negli ultimi anni, nelle sue dinamiche (tempistiche ed attori coinvolti), nelle sue dimensioni (da nazionale a mondiale), negli elementi fondamentali di competizione e nelle tecnologie (le infrastrutture, i servizi, le comunicazioni, gli standard etc.). In alcuni di questi mercati si assiste anche ad una mutazione della domanda e del cliente che acquisisce consapevolezza del “valore” del prodotto/servizio. Questo “valore” non è solo espresso dal quantum economico che il cliente gli riconosce e la sua nuova concezione induce le aziende al conseguente adeguamento dell’offerta ed ispirano la conduzione strategica sulla necessità di creare “valore”.

Per queste aziende la creazione del valore diventa un fattore competitivo, differenziante; la creazione del valore non s’identifica “solo” nell’oggetto/servizio che costituisce il prodotto dell’offerta, impatta la natura dell’azienda, il suo DNA, i suoi processi.

La creazione del valore induce il Senior management ad una pianificazione più completa, ad individuare appositi progetti d’accrescimento od a valutare, anche secondo delle nuove metriche, quelli esistenti. Il sistema informativo che abilita e sostiene questi nuovi comportamenti necessita di migliori sorgenti d’informazione qualitativa; occorre una misura degli intangible assets aziendali, che nelle realtà ad alta intensità informativa si focalizzano sulla misurabilità dei processi aziendali ed extraziendali, dei suoi Workflow, delle loro performances. Questi sono i basilari requisiti del SI direzionale[1] che si stà delineando e suggerisce al Senior management di porsi come una delle più autorevoli fonti della domanda di process measurement e management. Il campo di battaglia su cui sis tanno contendendo gli spazi propositivi è focalizzato sulle piattaforme middleware, le piattaforme destinate, nella maggior parte dei casi, ad ospitare le nuove tecnologie sia per quanto concerne il supporto direzionale (SI direzionali) sia il supporto operazionale (SI operazionali).

Alcune tecnologie supportano la realizzazione di tale sistema e la loro fornitura raggiunge una parte degli obbiettivi richiesti al SI direzionale. In particolare lo sviluppo degli aspetti informativi ed informatici di un sistema di CPM può però trarre notevole flessibilità ed economie di possesso/gestione (Total Cost of Owner, TCO) dall’adozione di nuove opportunità tecnologiche.

La chiave interpretativa dell’esistente architettura del sistema informativo aziendale (AsIs) è frutto di un processo evolutivo la cui conoscenza ci porta a comprendere con quali prospettive si possono governare ed introdurre le nuove tecnologie basate sui servizi distribuiti (Web Services) e le future tendenze che già i principali software vendor (IBM, Microsoft, Oracle, BEA) stanno strutturando (le architetture SOA). Questo libro offre una visione cronologica delle architetture che hanno impattato sul concetto di “processo” ed approcciando la tematica anche dal punto di vista del Senior management (che finanzia le iniziative) ne mostra i riflessi sul business aziendale rispondendo alle domande “Mi riguarda?”, “Che vantaggi competitivi introduce?”, “Vale la pena appoggiare l’iniziativa?”, “Quanto costa e quanto costerà?”. Il testo si spinge anche nei dettagli dello stato dell’arte (descrivendo gli standard e le best practices) adottate ed aiuta il direttore dei sistemi ed i suoi collaboratori nel comprendere e nel disegnare le direttive attuative (“Cosa è?”, “Cosa fa?”, “A cosa serve?”, “Perché devo farlo?”, “Cosa rischio?”, “Come posso introdurla?”).

Le tecnologie EAI/BPM o le SOA/ESB sono tecnologie innovative che rispondono a problemi noti secondo modalità che solo negli ultimi anni sono divenute praticabili. Dagli anni 2000, infatti, alcuni prodotti di Enterprise Application Integration si sono dotati anche delle funzionalità di Business Process Management e grazie allo sviluppo delle infrastrutture e degli standard, sono divenuti piattaforme esaustive, complete, in grado di rispondere a molte delle esigenze che verranno evidenziate. Analogamente la maturità delle tecnologie SOA, ispirate a più moderni concetti di disegno dei sistemi informativi, è una conquista recente.

Queste tecnologie permettono di estendere la reale capacità di influenzare il comportamento dell’organizzazione da parte dei sistemi informativi. Qualunque organizzazione si può infatti influenzare agendo sugli elementi che la compongono, illustrati in (Figura 1).

 

 

Figura 1 - Gli elementi che compongono un'organizzazione.

 

Ne consegue che introdurre soluzioni che perseguono i concetti introdotti permette di influenzare direttamente alcuni delle costituenti l’organizzazione stessa. Le metriche, il controllo, i processi e le tecnologie (certamente quelle informatiche ma anche, per riflesso, quelle di produzione …) sono influenzabili e divengono driver di successo maggiormente pilotabili dal management aziendale. Altre componenti sono indirettamente coinvolte, come le persone (viene indotto un cambiamento culturale, l’adozione di nuovi comportamenti) e le strutture, queste ultime pesantemente condizionabili da voluti interventi sulle cooperazioni e le interoperabilità.

 

1.1 Contenuti

 

Vi sono diverse congiunture che giustificano l’interesse che le discipline d’integrazione e cooperazione stanno suscitando oramai da qualche anno e non solo tra gli addetti ai lavori. I diversi acronimi di mercato con il quale sono espresse più o meno propriamente (EAI, BPM, Web Service, SOA, ESB, BPEL...) compaiono quotidianamente sulle riviste di settore. Occorre far chiarezza.

Storicamente chi ha a che fare con sistemi informativi od applicazioni e servizi da erogare ad utenti ha sempre dovuto confrontarsi con politiche di integrazione. Dagli albori dell’informatizzazione i sistemi hanno, prima o poi, dovuto affrontare anche problematiche di interoperabilità; i primi mainframe isolati ed attentamente custoditi da pochi tecnici hanno via, via ceduto terreno a sistemi middleware più spartani, diffusi ed affidati a pragmatici operatori che desideravano collegarli tra loro e renderli interoperabili assai più dei loro illustri colleghi. La nascita d’infrastrutture e canali che offrivano “a basso costo” tali opportunità rende ora questi sistemi in grado di cooperare. Ora che la bolla speculativa della new economy ci abbandona e la sua eco induce al contenimento dei costi, il vantaggio competitivo dei grossi pacchetti informatici si perde rispetto alla orchestrazione degli applicativi esistenti. Nasce quindi una nuova famiglia di prodotti e soluzioni informatiche che a partire dai primi anni del nuovo millennio sta diffondendosi rapidamente. L’integrazione e la cooperazione sono “geneticamente” frutto dell’evoluzione dei sistemi di governo dei processi, che cogliendo le opportunità offerte dall’integrazione e dall’interoperabilità forniscono ora un nuovo modo di cooperare tra aziende, tra istituzioni, tra programmi ed utenti.

Nella prima e seconda parte del libro s’introducono e descrivono le tecnologie d’integrazione e cooperazione tra gli asset informativi, le evoluzioni che la hanno portate a divenire una costituente fondamentale delle piattaforme d’automazione dei processi aziendali ed a recuperare una dimensione tecnologica storica, quella del Workflow automation.

Diversi standard cominciano ad essere utilizzabili (WfMC, OASIS ed OMG sono le organizzazioni a cui ispirarsi) ed il perseguire la più corretta architettura è una delle decisioni più importanti per chi governa il sistema informativo aziendale; architetture a componenti od a servizi? Moduli in ambito distribuito piuttosto che fusi in monolitiche piattaforme? Basati su approcci sincroni piuttosto che asincroni? Architetture guidate da eventi piuttosto che da chiamate?

Diversi fornitori si propongono e la “software selection” a quali metriche può riferirsi? Quali sono i pro ed i contro nell’adottare una soluzione di integrazione standard (EAI) piuttosto che affidarsi a piattaforme sviluppate per la cooperazione intorno ad un abile e consolidato orchestratore delle attività (BPM)? Od è meglio seguire l’entusiasmo di una prospettiva di servizi cooperanti (SOA) in una coreografia di sostegno (ESB) che ci promette di “aprire” i confini del nostro sistema informativo?

Nella terza parte del libro si sviluppano alcuni punti di contatto tra le esigenze del business e della conduzione aziendale e le soluzioni informatiche process oriented, vale a dire quelle soluzioni che paiono abilitare effettivamente l’integrazione e cooperazione tra gli asset aziendali esistenti e quindi, in ultima analisi, abilitano all’informatizzazione End-to-end dei processi. L’attuale arena competitiva evidenzia nuovi differenzianti di competizione tra le aziende sulla base delle quali nascono innovative direttive di buona conduzione e sviluppo tecnologico a cui ricondurre una analisi sul valore degli sviluppi realtivi a questi Point Of Contact (POC). Questa rinnovata attenzione è mutuata dalle nuove prospettive di creazione del valore riconducibili ad emergenti discipline di conduzione aziendale. Si sviluppano nuovi principi di pianificazione strategica che, coltivando gli “intangible asset”, si avvantaggerebbero notevolmente nell’impiego di queste piattaforme informatiche; il concetto di “processo” acquisisce una dimensione strategica, come è sancito dalle direttive emesse dalle istituzioni di vigilanza sia in ambito assicurativo (ISVAP 577 e SOLVENCY II) che industriale (l’americana SOX) e bancario (BASILEA II).

È allora possibile descrivere nuovi scenari in cui le piattaforme di governo e sviluppo dei processi aziendali contribuiscono alla creazione di maggior valore in quanto permettono un’efficace ed efficiente attualizzazione, come le nascenti discipline di Governance. Ad esempio le emergenti soluzioni di Corporate Performance Management (CPM) sono fortemente caratterizzate dalla loro declinazione tecnologica sull’organizzazione aziendale.

È in questa prospettiva che ritroviamo la necessità di re-ingegnerizzare, governare e monitorare i processi per un impiego efficacie ed efficiente delle risorse esistenti (riutilizzo degli assets informativi) e per perseguire la qualità d’impresa sviluppando differenzianti competitivi sia su prospettive interne (corporate) che esterne (mercato, partnership, reti di collaboratori…) all’azienda.

 

(…)

 

… Questi elementi sono creati e processati in un ambiente di esecuzione il WfMS. I sistemisti dovranno attivare un servente (server) di processi o Wf engine in grado di generare una istanza del processo modellato ogni volta che la prevista combinazione di eventi scatenanti si verifica. Tale istanza può essere di tipo “long running” e perdurare per giorni, sino a quando la sequenza delle attività non è completata. Le attività automatizzate possono allora essere svolte anche dal Wf engine (come le attività di comunicazione, inoltro messaggi, transfer di dati…) e divenire dei Work items. Oppure, come anticiparo, possono essere delegate ad altri asset informativi, ed in tal caso si parla di invocazione di applicazioni esterne. Quindi un processo è concettualmente definibile come una sequenza predefinita di attività o Tasks attivata da una combinazione di eventi e da precisi elementi di input (dati e strutture dati) la quale dà origine a nuovi eventi e nuovi output.

 

 

Figure 1 - Gli elementi che costituiscono un processo.

 

Un processo è poi assogettato ad un controllo e sostenuto da un contesto abilitatore costituito da risorse e regole da osservare (Figure 1). Il contesto di controllo è individuato da chi detiene la paternità dell’iniziativa e del governo del processo (Owner), da un insieme di requisiti di servizio a cui il processo è vincolato (tra cui una metrica KPI che ne misura le performance) e dagli obbiettivi per i quali è stato implementato. Ad un sistema di WfMS è chiesto di fornire tutto questo.

 

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[1] Spesso useremo la forma abbreviata “SI direzionale” al posto della forma estesa “Sistema Informativo direzionale”